Last Night

RECENSIONE
titolo originale: Last Night
regia: Massy Tadjedin
cast: Keira Knightley, Sam Worthington, Eva Mendes, Guillaume Canet, Griffin Dunne
genere: Drammatico
paese: Usa/Francia
anno: 2010
distribuzione: Medusa
durata: 92
uscita nelle sale: 5/11/2010
4

Due chiacchiere scambiate in terrazza con un’avvenente collega  durante un party aziendale. Tanto basta per far vacillare l’idillio matrimoniale di Michael (Sam Worthington) e Joanna (Keira Knightley), ricconi newyorchesi in carriera.Lei fa il broncio e un’interminabile sceneggiata,  lui minimizza e concilia. Per qualche ora sembra tutto risolto, ma le insidie del destino sono dietro l’angolo, nascoste per Michael in un viaggio di lavoro in compagnia della maliarda della discordia, e svelate a Joanna nella serendipity dell’incontro casuale con un ex parigino. Riusciranno i nostri protagonisti a tener fede al vincolo nuziale, resistendo alla tentazione di consumare con i rispettivi “partner per una notte”?
Ed è intorno a questo quesito che Last Night ruota: inutile e vano cercarne l’essenza al di là del dilemma “copuleranno o no?”,  quanto riporre le speranze nell’affiorare, anche tardivo, di un sottotesto che non sia il sempiterno interrogarsi di una coppia che si mette in discussione.
O quantomeno, ammesso che qualcos’altro ci sia sotto,va dato merito alla regista, americana di origine iraniana, Massy Tadjedin (già sceneggiatrice dello psico-thriller The jacket ) di riuscire bene a dissimularlo sotto il tedio di vacue disquisizioni e luoghi comuni boho-chic.
Strutturato come un doppio match a due, il film segue alternativamente le peripezie notturne delle coppie, in un continuo avvicendarsi di seduzione, negazione, ammiccamento e ritrosia, che guarda molto da vicino al Closer di Mike Nichols –nella tematica quanto in un approccio che all’azione privilegia la componente verbale – riducendo , tuttavia, i dialoghi ad una ripetizione di pensierini su amore, lealtà e tradimento, che, lungi dal conferire spessore, o quantomeno portare un po’ di verve in un discorso cinematograficamente logoro,  riducono il tutto ad un superficiale ed estenuante chiacchiericcio da rivista femminile. Ciò vale anche per i personaggi che sembrano usciti da un manualetto per autori di sit-com  -la scrittrice talentuosa e incompresa, il francese piacione e irresistibile, la caliente latina, e così via-  le cui caratterizzazioni si fermano alla mera definizione letterale coerentemente con un’idea registica abbozzata e incapace di sostenere azione e situazioni. Perché, a scanso di illusioni, in Last Night non succede nulla, il ritmo non ingrana, la narrazione non procede, però si parla, tanto pure, in una logorrea compulsiva servita sullo sfondo di un vademecum sul “cosa fare nella Grande Mela quando si è ricchi e giovani”.
Salvabile, in parte, solo per le interpretazioni,  garbate e convincenti  nonostante tutto, di Worthington, Canet e Mendes, messe in disparte a vantaggio della diva Knightley, libera così far sfoggio di tutto il suo repertorio di smorfie e faccette.

Caterina Gangemi

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