Posts Tagged ‘Martin Scorsese’

Festival Internazionale del Film di Roma 2011 – quinta giornata

1 novembre 2011

Il lunedì della sesta edizione del Festival del cinema è stato all’insegna dei grandi cineasti Martin Scorsese e Wim Wenders.
In anteprima per il pubblico romano sono state proiettate alcune sequenze dell’atteso Hugo Cabret, tratto dal romanzo illustrato di Brian Selznick: il primo film in 3D di Scorsese che sarà distribuito nelle sale a partire dal mese di dicembre. L’incontro in programma con lo scrittore e il giovane attore Asa Butterfield ha introdotto la breve anteprima e la proiezione della versione restaurata a colori di Voyage dans la lune di George Méliès.

Il cinema in 3D è stato al centro anche dell’incontro con il regista Wim Wenders che ha raccontato la sua esperienza nel realizzare Pina, il documentario dedicato alla straordinaria danzatrice e coreografa Pina Bausch. L’utilizzo delle nuove tecnologie ha permesso a Wenders di portare nei cinema con rispetto e spettacolarità il teatro danza di una delle figure più importanti nel panorama della danza contemporanea mondial.

Il primo dei due film in concorso presentato in giornata è stato Magic Valley del regista statunitense Jaffe Zinn: il ritratto di una giornata a Buhl, una cittadina di provincia nell’Idaho. Il red carpet ha poi accolto il cast di Babycall, un thriller-horror con protagonista l’attrice Noomi Rapace, diva del cinema scandinavo grazie alla sua interpretazione di Lisbeth Salander nell’adattamento cinematografico della trilogia Millenium scritta da Stieg Larsson, di cui arriverà nelle sale a gennaio il remake statunitense realizzato da David Fincher.

In concorso per la sezione Alice nella città è stato presentato nel pomeriggio il film Little Glory del regista Vincent Lannoo, con protagonista l’attore Cameron Bright nel ruolo di un diciannovenne che, dopo la morte dei genitori, cerca di crescere da solo la sorellina Julie.

Fuori concorso è stato proiettato in seconda serata Butter del regista Jim Field Smith: una commedia agrodolce e molto ironica ambientata nel Midwest dove il talento per le sculture in burro di una ragazzina di dieci anni rischia di mandare in crisi l’egemonia dell’ambiziosa signora Pickler, il cui marito ha conquistato tutti i premi del settore negli ultimi quindici anni. Un cast stellare composto da Jennifer Garner, Ty Burrell, Alicia Silverstone, Olivia Wilde, Ashley Greene e Hugh Jackman ritrae con leggerezza e un pizzico di cinismo i protagonisti di questa intelligente commedia.

Non poteva mancare un evento per celebrare con stile la serata di Halloween e a mezzanotte in punto si è svolta la “lezione di horror” tenuta da James Wan, regista di Saw – L’enigmista, che ha poi presentato il suo nuovo film Insidious.

Beatrice Pagan

Festival del Cinema di Roma 2010 – 03 Novembre

5 novembre 2010

Diario del giorno 7

Il Festival di Roma si sta avviando verso la sua conclusione e anche il mercoledì è trascorso con poche star ma buoni film.
Evento della giornata la proiezione del pilot del serial targato HBO Boardwalk Empire che ha avuto come regista Martin Scorsese. Un grande investimento finanziario abbinato ad un’ottima sceneggiatura ed un cast di grande qualità, che comprende Steve Buscemi e Michael Pitt nei ruoli principali, hanno decretato lo straordinario successo della serie che verrà trasmessa in Italia da Sky. A Roma era presente solo l’attore Michael Pitt che in conferenza stampa ha parlato del grande entusiasmo del regista Martin Scorsese nel dirigere dei sette mesi di lavorazione della prima stagione di Boardwalk Empire: un periodo molto lungo che gli ha permesso di documentarsi il più possibile sugli argomenti storici in modo da rendere al meglio l’interpretazione del suo personaggio.
Una delle sorprese di questa edizione sembra essere il film Kill me please del regista Olias Barco: ambientato in una clinica che offre una morte assistita il film presenta un gruppo di strani personaggi che hanno in comune la volontà di morire. Una commedia girata in bianco e nero grottesca, scorretta e divertente.
Il cinema italiano è stato invece protagonista con Io sono con te che presenta una versione diversa rispetto all’iconografia classica di Maria di Nazareth (interpretata da Nadia Khlifi che il regista Guido Chiesa ha scoperto in un villaggio del sud della Tunisia), più indipendente, sicura e che educa suo figlio ai valori universali dell’amore.
Proiettato anche il documentario di Davis Guggenheim Waiting for Superman che, dopo la realizzazione di Una scomoda verità, ha voluto dedicarsi al ritratto della scuola pubblica americana realizzando un film duro ed emozionante che segue la storia di alcuni studenti e delle loro famiglie che vorrebbero assicurare ai propri figli un’educazione che permetta loro di avere un futuro.

Beatrice Pagan

Festival del cinema di Roma 2010 – 30 Ottobre

30 ottobre 2010

Diario giorno 3

Al Festival del cinema di Roma è arrivato Martin Scorsese che ha entusiasmato la platea parlando del film La dolce vita, in occasione dei 50 anni dalla sua realizzazione.
Scorsese ha parlato di come il film di Federico Fellini abbia cambiato completamente il cinema mondiale e questa sera La dolce vita è stato proiettato nella versione post restauro: un lavoro realizzato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con la Cineteca nazionale e la Film Foundation dello stesso Scorsese e i fondi degli sponsor Gucci e Medusa.
Martin Scorsese tornerà protagonista a Roma il 4 Novembre con la proiezione del pilot del serial Boardwalk Empire, ma intanto ha avuto occasione anche di esprimere il suo personale interesse per lo stile e le opere di Vincenzo Marra, Matteo Garrone e Luca Guadagnino.
Per il concorso oggi è stato il turno di Oranges and sunshine diretto da Jim Loach, figlio di Ken. La storia del film si concentra sulla deportazione tra il 1930 e il 1970 di 130 mila bambini poveri inglesi che vennero mandati nelle colonie, sopratutto Australia. Una storia di soprusi e violenze venuta alla luce grazie ad un’assistente sociale interpretata da Emily Watson.
Sempre dal Regno Unito il film We want sex del regista Nigel Cole: un gruppo di operaie della Ford lotta nel 1968 per i propri diritti.

Beatrice Pagan

Shutter Island

9 marzo 2010

RECENSIONE
titolo originale: Shutter Island
regia: Martin Scorsese
cast: Leonardo Di Caprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Michelle Williams, Patricia Clarkson
genere: Drammatico
paese: USA
anno: 2010
distribuzione: Medusa
durata: 138′
uscita nelle sale: 05/03/2010
5

Tratto dal best seller di Dennis Lehane l’ultima fatica di Martin Scorsese si sviluppa seguendo le trame del thriller psicologico con rimandi ossessivi e forse anche forzati a Kafka.
La storia si sviluppa nel carcere psichiatrico di un’isola non ben definita, ma meglio conosciuta come Shutter Island. Siamo nel 1954 in piena guerra fredda e gli agenti Teddy Daniel (Leonardo Di Caprio) e il suo partner Chuck Aule (Mark Ruffalo) vengono inviati per indagare sulla misteriosa scomparsa di una detenuta.
Senza voler svelare l’esito della vicenda si può sicuramente dire che il regista, per sua stessa ammissione, ha voluto dare un’impronta decisa al finale, senza lasciare alcun dubbio allo spettatore circa l’esito degli eventi scadendo così nel prodotto confezionato che poco lascia all’immaginazione dello spettatore.
Purtroppo, nonostante le intenzioni del regista premio Oscar fossero buone, il film suggerisce al pubblico l’idea che tutto sia solo un lungo esercizio di stile e nonostante l’ eccellenti scenografie del nostro Dante Ferretti, durante la visione del film vien da chiedersi per quale motivo venga data molta enfasi ai rimandi letterari e alla psicanalisi se non per dar prova di saccenteria. Vien quasi da chiedersi se Scorsese abbia faticato molto solo per mostrare al suo pubblico come sia ancora in grado di girare film non solo d’azione (anche se, suo malgrado,  non mancano scene di sangue gratuite).
Altra nota di demerito della pellicola è dovuta dal fatto che i misteri su cui la storia si basa vengono svelati quasi subito e questo rende il meccanismo della suspense, che come ogni buon manuale di sceneggiatura c’insegna vanno tenuti all’oscuro almeno per i primi due terzi della storia, farraginoso imponendo allo spettatore tutta la pesantezza di scene girate con tempi lunghissimi.
Lo sforzo di Scorsese di mostrare il suo nuovo attore feticcio, Di Caprio per l’appunto, in vesti sempre diverse (vedi The Aviator, Gangs of New York o The Departed) non riesce purtroppo a non squarciare quel velo di sogno in cui lo spettatore dovrebbe immergersi quando guarda un film e mai come in questo caso vien da chiedersi quando arriverà l’esito della vicenda che si sviluppa seguendo dei labirinti mentali che ben poco hanno a che vedere con l’iper-citato, e neanche troppo velatamente, autore della Metamorfosi.
L’unica nota degna d’interesse di Shutter Island è la costruzione dei personaggi, del loro universo ed in particolare del protagonista Teddy (Leonardo Di Caprio) che riveste il ruolo di un veterano della seconda guerra mondiale, in continua lotta con i suoi incubi interiori che, come ha ammesso lo stesso Scorsese, “avendo lavorato con Di Caprio per Gangs of New York, The Aviator e The Departed ho pensato subito che doveva essere lui il protagonista di questo film. Ormai abbiamo messo a punto un metodo di lavoro ed io ho piena fiducia in lui come artista perchè sapevo che sarebbe stato in grado d’intepretare i diversi stati emotivi e psicologicii teddy e di trasformarsi lungo la strada”.
In conclusione non si può dire che Shutter Island sia un cattivo film, ma di certo non si può affermare che Mr. Scorsese verrà ricordato per questo.

Stefano Mifsud