Archive for the ‘Anteprime’ Category

Bel Ami – Storia di un seduttore, dal 13 aprile nei cinema

28 marzo 2012

Dal 13 aprile nei cinema italiani: Bel Ami – Storia di un seduttore

Bel Ami – Storia di un Seduttore racconta la storia dell’ascesa di Georges Duroy (Robert Pattinson), giovane arrampicatore sociale che nella Parigi di fine Ottocento riesce a farsi strada nei salotti dell’alta società francese deciso ad abbandonare la sua condizione di estrema povertà. Utilizzando le sue doti e il suo potere di seduzione passa dall’abbraccio di una prostituta a relazioni appassionate con donne ricche e belle, in una società in cui la politica e il mondo dell’informazione sono in competizione, mentre il sesso è potere e la celebrità un’ossessione. Tratto dall’omonimo romanzo di Guy de Maupassant, tra gli interpreti del film, oltre Robert Pattinson, Uma Thurman, Kristin Scott Thomas e Christina Ricci. Il film è diretto da Declan Donnellan e Nick Ormerod.

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Paranormal Xperience 3D: una clip del film

26 marzo 2012

Da venerdì nelle sale italiane: Paranormal Xperience 3D, horror diretto da Sergi Vizcaino

Trama:

Angela è una studentessa di psichiatria che non crede nell’esistenza di un mondo paranormale. Il Sr. Fuentes, professore rigido ed eccentrico della sua facoltà, propone ad Angela e a un gruppo di studenti di provare o confutare l’esistenza di eventi inspiegabili, indagando su un popolo maledetto… quello della città di Whisper.

La leggenda racconta del dottor Matarga che a Whisper assassinò decine di persone con modi terribili. I sopravvisuti si vendicarono e lo rinchiusero nelle miniere di sale lasciandolo morire lentamente. Pare che il suo spirito sia ancora li e che abbia torturato e ucciso chiunque abbia osato disturbarlo.Angela e i suoi colleghi, Belen, Jose, Carlos e Toni intraprendono il loro viaggio al quale si aggiunge anche Diana, la sorella minore di Angela che mette a disposizione il suo furgoncino per il viaggio. Il rapporto tra Angela e Diana è stato sempre molto freddo, sin dall’infanzia quando una serie di tragici eventi le aveva separate.Insieme si ritrovano nell’inquietante luogo dove era stato sepolto il Dottor Matarga e ignorando completamente tutti gli avvertimenti si spingono troppo in là, con delle conseguenze tragiche.

Battleship – Dal 13 aprile nei cinema

23 marzo 2012

Battleship - LocandinaChi non ha mai giocato a Battaglia navale? Il classico gioco da tavolo della Hasbro è ora diventato uno spettacolare film d’azione, in arrivo nelle sale italiane il 13 aprile distribuito da Universal, che spera di ripetere il successo ai box office internazionali della saga cinematografica di Transformers. La produzione di Battleship è iniziata ufficialmente nel 2010 in Australia, ma il set si è poi spostato nelle isole di Maui e Oahu (Hawaii), a causa della mancanza di incentivi da parte del governo australiano.

La storia vede protagonista una flotta della Marina degli Stati Uniti impegnata in un’epica battaglia contro una razza aliena chiamata Regents, arrivata sulla Terra per sfruttare una fonte di energia presente nelle profondità dell’oceano.

Regista di Battleship è Peter Berg, già autore di Hancock, ed è spettato a lui il compito di guidare il cast tra combattimenti in mare, aria e terra, in uno stato di continua tensione causata dal non avere a disposizione i radar, trovarsi sempre sotto attacco e al buio.

Gli interpreti del film sono Taylor Kitsch, recentemente protagonista anche di John Carter, con il ruolo di Alex Hopper; Brooklyn Decker interpreta la fidanzata Sam; Alexander Skarsgård è invece l’Ufficiale Comandante Stone Hopper (fratello maggiore di Alex) della USS Samson. Completano il cast la popolare cantante Rihanna che debutta sul grande schermo con il ruolo di Raikes, compagna al college di Hopper e specialista di armi nella USS, e Liam Neeson con la parte dell’Ammiraglio Shane, superiore di Hopper e padre di Sam.

Costato circa 200 milioni di dollari, il film Battleship è pronto a diventare uno dei blockbuster del 2012. Non resta che scegliere per chi fare il tifo: umani o alieni?

 

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Drive

26 settembre 2011

RECENSIONE
regia: Nicolas Winding Refn
cast: Ryan Gosling, Carey Mulligan, Bryan Cranston, Ron Perlman, Albert Brooks, Oscar Isaac, Christina Hendricks
genere: Drammatico
paese: USA
anno: 2011
durata: 104′
distribuzione: 01 Distribution
uscita: 30/09/2011
voto: 7

In una Los Angeles cupa e disperata, la quotidianità di un giovane meccanico si divide tra l’attività di stunt cinematografico e lavoretti come autista per la malavita. Fino all’incontro con Irene, vicina di casa malamente sposata e con figlioletto a carico, che imprimerà all’esistenza dell’uomo una svolta dolente ma necessaria.
Ci voleva il Festival di Cannes per suggellare una delle carriere cinematografiche più promettenti, quella di Nicolas Winding Refn, che dopo lavori come la trilogia di Pusher e lo straordinario Bronson, è riuscito a conquistare la Croisette con una meritatissima Palma per la miglior regia. Approdato a Hollywood con una sceneggiatura (di Hossein Haimi) tratta dal best-seller pulp di James Sallis, il regista danese piega il genere alla propria, pienamente consolidata poetica, mettendo in scena con Drive un noir metropolitano nel quale i topoi del filone implodono in un approccio dilatato e assorto.
Se il materiale alla base del plot non è tra i più originali, così come l’atmosfera dal gusto anni ’80 (evidente, nell’impronta, l’influenza di autori come Friedkin e Walter Hill), a Refn spetta il merito di rovesciare l’immaginario di riferimento, facendo del contrasto tra quella pulsione alla velocità e all’accelerazione sottesa ai motori (fulcro della vita del protagonista) e l’immobilità di volti, emozioni e situazioni, strumento di decostruzione simbolica e narrativa.
Così, mentre l’azione tout-court abdica a un susseguirsi di silenzi e attese, la concitazione adrenalinica cede il posto ad un’osservazione introspettiva, condotta attraverso i primi piani, i ralenti, le lunghe e riflessive sequenze di un approccio frontale e quasi de-drammatizzato, nel quale i silenzi e le attese tirano i capi dell’intreccio in una morsa di tensione emotiva destinata a spezzarsi dietro inaspettati scoppi di efferata e straniante violenza. Uno scenario asettico e desolato, nel quale Ryan Gosling si muove con efficace impassibilità – un po’ angelo custode, un po’ samurai – ponendosi in testa a un cast selezionato con acume (notevoli le presenze di Albert Brooks, icona del cinema indie statunitense; del potente caratterista Ron Perlman e dell’ottimo Bryan Cranston, star della serie Breaking Bad) e aggiungendosi, con dedizione disperata e vocazione autodistruttiva alla missione, alla già indimenticabile galleria di personaggi refniani.

Caterina Gangemi

Super 8

10 settembre 2011

RECENSIONE
regia: J.J. Abrams
cast: Joel Courtney, Elle Fanning, Kyle Chandler, Ron Eldard
genere: Fantascienza, Thriller, Dramma
paese: USA
anno: 2011
durata: 112
distribuzione: Paramaunt Pictures
uscita: 09/09/2011
voto: 7

Fine degli anni ’70: un gruppo di ragazzi sta girando uno zombie movie per un concorso di corti amatoriali. Joe Lamb e i suoi amici decidono di girare una scena con la ragazza più bella della scuola nei pressi di una stazione. Proprio lì, al passaggio del treno, avviene un misterioso disastro ferroviario che distrugge totalmente la tranquillità della piccola città in cui vivono. La scomparsa di persone, eventi straordinari, l’arrivo di squadre militari sono il preludio di qualcosa che cambierà il destino di Joe Lamb.
Dopo la geniale rivisitazione di Star Trek, J.J. Abrams torna sul grande schermo con un film molto atteso dalla critica e dal pubblico, che rispolvera la fantascienza spielberghiana in chiave contemporanea. Conosciuto specialmente come l’ideatore di Lost, J.J. Abrams racchiude in Super 8 tematiche a lui care e che riprende molto spesso nelle sue creazioni: come la fantascienza in chiave mistica e mitologica, legata alla quotidianità di persone comuni; la passione per i dettagli vintage degli anni settanta come i film, proiettori e oggetti simili; e l’idea che il mistero non può essere compreso, quindi non deve essere spiegato.
Prima di essere un film di fantascienza, Super 8 è un film che parla della difficoltà di crescere e di trovare il proprio posto nel mondo dopo una tragedia. L’aspetto drammatico si struttura sul rapporto padre/figlio e sullo scontro generazionale e affettivo tra Joe Lamb e suo padre, vicesceriffo della città, che dopo la morte della moglie si trova a badare al figlio; il divario e le incomprensioni tra i due saranno una costante molto importante che determinano il pathos principale della trama.
Super 8 basa la sua ragion d’essere sull’operazione nostalgica messa in atto dal regista che vuole riproporre un tipo di cinema di fantascienza caratterizzato dal punto di vista semplice e umano; è evidente la sintesi dell’estetica e dello stile di Steven Spielberg, riassumendo film come Incontri ravvicinati del terzo tipo ed E.T. in chiave horror e adrenalinica.
Si può dire che in Super 8 ci sia il (solito) bambino dei film di Spielberg che affronta situazioni da adulti con lo spirito avventuriero dei The Goonies, tutto questo visto attraverso gli occhi giovani e televisivi di J.J. Abrams. Per questo il film può risultare povero di innovazioni e di contenuti. Inoltre cade in una inconcludenza narrativa che molti noteranno ma a cui non daranno importanza: il film non risponde alle domande che, intenzionalmente, vengono poste durante la storia, illudendo lo spettatore che alcune questioni fantascientifiche vengano risolte. Ma l’aspetto irrisoluto della storia viene messo da parte, in maniera furba, valorizzando l’aspetto umano e sentimentale della trama: ciò che viene concluso è il dramma emotivo e la crescita verso l’età adulta del protagonista che, grazie al supporto del gruppo di amici e al padre, lascerà andare il passato per proiettarsi nel futuro. Lo spettatore accetta di buon grado questo approccio sentimentale, anche perchè J.J. Abrams è molto bravo a sviare il discorso fantascientifico a favore delle lacrime e degli addii.

Riccardo Rudi

Per sfortuna che ci sei

25 giugno 2011

RECENSIONE
titolo originale: La chance de ma vie
regia: Nicolas Cuche
cast: Virgin Efira, Francois-Xavier Demaison, Armelle Deutsch, Raphael Personnaz, Yves Jacques, Brigitte Rouan, Thomas N’Gijol
genere: Commedia
paese: FranciaBelgio
anno: 2010
durata: 101
distribuzione: Moviemax
uscita: 13/07/2011

7

Julien Monnier (Francois-Xavier Demaison), il protagonista di questa storia, ha le stigmate del tenero iellatore: è un consulente matrimoniale che, per una terribile ironia del destino, non riesce a stare con una donna perché tutte le sue amanti sono travolte da una tremenda sfiga. Consapevole di questo suo difettuccio, Julien cerca addirittura di stare alla larga dalle donne che potrebbero piacergli. Chiunque si metta per un momento nei suoi panni, potrà immaginare l’insostenibilità della situazione. Dopo una breve panoramica sui flagelli che il romantico untore ha inflitto alle sue donne nel corso di una trentina di anni di vita, appare sullo schermo la sua bellissima prossima vittima, Joanna Serini (interpretata da Virginie Efira già vista quest’anno in Kill me, please). Quando i due iniziano a frequentarsi la domanda che ci si pone è: può l’amore essere più forte della malasorte?

Europeo di nascita, ma hollywoodiano per vocazione, Per sfortuna che ci sei, diretto da Nicolas Cuche, è un film sopra le righe – con qualche eccesso demenziale – che cerca di trovare un modo ultra-leggero di parlare d’amore. Ci riesce solo in parte, perché dopo un inizio scoppiettante (con qualche ustione e gravi ferite), il film si assesta su ritmi e modi più consueti, pur continuando a riservare qualche tragicomica sorpresa. Intelligente la caratterizzazione dei due personaggi principali, grazie soprattutto alla capacità dei due attori di incarnare l’alchimia al limite tra amicizia spensierata e tenerezza romantica. La sceneggiatura segue passo passo il classico schema della commedia romantica, mentre la regia riusa espedienti che sono ormai diventati cliché di genere. Contro l’effetto dejà-vu interviene una originalissima colonna sonora in inglese, ma con una musicalità molto francese, interpretata dalle voci di Sonia e Felix.

Il finale conciliatore, praticamente d’obbligo per le commedie da botteghino, sembra lanciare il messaggio che in fondo, quando c’è l’amore, si deve vedere attraverso occhiali di rosa dipinti anche nella catastrofe più completa.

Maria Silvia Sanna