Posts Tagged ‘Robert Pattinson’

Bel Ami – Storia di un seduttore, dal 13 aprile nei cinema

28 marzo 2012

Dal 13 aprile nei cinema italiani: Bel Ami – Storia di un seduttore

Bel Ami – Storia di un Seduttore racconta la storia dell’ascesa di Georges Duroy (Robert Pattinson), giovane arrampicatore sociale che nella Parigi di fine Ottocento riesce a farsi strada nei salotti dell’alta società francese deciso ad abbandonare la sua condizione di estrema povertà. Utilizzando le sue doti e il suo potere di seduzione passa dall’abbraccio di una prostituta a relazioni appassionate con donne ricche e belle, in una società in cui la politica e il mondo dell’informazione sono in competizione, mentre il sesso è potere e la celebrità un’ossessione. Tratto dall’omonimo romanzo di Guy de Maupassant, tra gli interpreti del film, oltre Robert Pattinson, Uma Thurman, Kristin Scott Thomas e Christina Ricci. Il film è diretto da Declan Donnellan e Nick Ormerod.

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Come l’acqua per gli elefanti

5 Maggio 2011

RECENSIONE
titolo originale: Water for elephants
regia: Francis Lawrence
cast: Robert Pattinson, Christoph Waltz, Reese Witherspoon, James Frain, Hal Holbrook, Paul Schneider, Tim Guinee, Dan Lauria, Ken Foree
genere:Drammatico
paese: U.S.A.
anno: 2011
durata: 120′
distribuzione: 20th Century Fox
uscita: 06/05/2011
8

Robert Pattinson, il vampiro Edward nella saga Twilight, dà una limata ai suoi denti affilati e un tono di colore al cereo viso con cui lo abbiamo conosciuto, per vestire i panni di Jacob: un giovane ragazzo ad un passo dalla laurea in veterinaria. Prima cresciuto nella bambagia, poi sbandato e smarrito a seguito di un’improvvisa tragedia familiare, Jacob lascia tutto e tutti per mettersi in un viaggio senza meta. Sale casualmente su un treno (“Sono stato io a prendere il treno o è stato lui a prendere me?”) che poi scopre essere il convoglio che trasporta il Benzini Bros. Circus e dal quale non scenderà più.
Un viaggio fatale che avrà come destinazione l’incontro con Marlena, intrappolata in un matrimonio complesso e difficile, con la quale vivrà una storia d’amore e un destino che nessuno dei due avrebbe mai immaginato.
Lei (il Premio Oscar Reese Whiterspoon di Come lo sai?, del thriller Rendition e delle commedie romantiche Se solo fosse vero, La rivincita delle bionde e Una bionda in carriera), è una donna cauta e chiusa verso il mondo esterno, ex orfana che lavorava come sarta in un negozio di abbigliamento e che baratta una vita di povertà in cambio di un’affascinante promessa di celebrità, divenendo la principale attrazione di un circo in declino nonché moglie del direttore e proprietario dello stesso.
Lui, invece, dopo un apprendistato circense che inizia dal gradino più basso, si conquista la stima dell’autorevole e carismatico direttore August (Christoph Waltz, il colonnello nazista, Premio Oscar, di Bastardi senza gloria) il quale, venuto a sapere dei suoi studi universitari, lo promuove ad occuparsi delle cure mediche degli animali.
Attratto dalla splendente bellezza della moglie, pian piano Jacob riuscirà a fare breccia in quel muro di riservatezza che il giovane si trova di fronte fino a diventare quella rivelazione che, in un ambiente come il circo, Marlena non si sarebbe mai aspettata (grazie anche alla star assoluta del tendone, l’elefantessa Rosie, emarginata dal cast di un circo in disgrazia, che finirà per fare da catalizzatore tra il giovane Jacob e l’avvenente Marlena).
Epico racconto di un amore contrastato in un luogo magico colmo di avventura, meraviglia e grandi pericoli, la pellicola trae spunto da un bestseller rimasto per parecchio tempo in vetta alle classifiche statunitensi, pubblicato nel 2006 da Sara Gruen e che si è risolto, fin da subito, in un grande successo.
Riuscendo a pieno titolo nell’intento di trasmettere un’idea molto romantica di ciò che era la vita circense degli anni trenta (nonostante i ritmi, in alcuni punti, possano apparire un po’ rarefatti e la storia d’amore non particolarmente infuocata o animata) il film si risolve in vicenda d’amore e di speranza, di redenzione e di seconde opportunità ma, soprattutto, di conquista di una felicità tanto desiderata.
Bravo nell’adattare, per il grande schermo, questa storia, consapevole dei rischi che un romanzo di 400 pagine comporta quando si vuole trasporre una vicenda e un cast di personaggi tanto amati, pur reinventando un po’ il background di Marlena e August, lo sceneggiatore rimane abbastanza fedele alle ambientazioni naturali.
La fotografia, meticolosamente attenta ai vari dettagli visivi e i costumi, che risaltano il contrasto tra il luccicante mondo del circo e quello, appena fuori, dell’America della Grande Depressione, si sommano a soluzioni tecniche adottate che fanno sì che Come l’acqua per gli elefanti si discosti parecchio dalla classica immagine di circo a cui le pellicole che furono ci hanno abituato, pur dandoci la sensazione di quel tuffo nel passato che ci lasciava, da bambini, strabiliati e a bocca aperta davanti agli spettacoli sotto il magico tendone.
Un plauso, dunque, al regista Francis Lawrence che riesce a mettere in scena un gran bel film (a poca distanza dal suo debutto nei lungometraggi con Constantine e con il fortunato film catastrofico Io sono leggenda) offrendoci sul piatto una magica serata di storia d’amore, di desideri esauditi, di riscatto, di magia e di bellezza.
Quell’amore smisurato con cui ognuno di noi si rapporta agli altri nelle sue svariate manifestazioni. Che sia tra uomini e donne, in famiglia, tra esseri umani o animali, si tratta sempre di amore per la vita.

Piergiorgio Ravasio

The Twilight Saga – Eclipse

30 giugno 2010

RECENSIONE
titolo originale: The Twilight Saga: Eclipse
regia: David Slade
cast: Kristen Stewart,Robert Pattinson, Taylor Lautner, Ashley Green, Bryce Dallas Howard, Billy Burke. Peter Facinelli, Nikki Reed, Kellan Lutz, Dakota Fanning
genere: Romantico/Horror
paese: USA
anno: 2010
distribuzione: Eagle Pictures
durata: 121
uscita nelle sale: 30/10/2010
5

Si avvicina il giorno del diploma e Bella è in attesa di essere vampirizzata da Edward, il quale, però, è restio a trasformare la sua amata in un mostro. Nel frattempo il triangolo amoroso tra Edward, Bella e Jacob si complica ulteriormente quando il licantropo le dichiara il suo amore, mettendo in crisi i sentimenti di Bella. Ma una serie di misteriosi omicidi mettono in allerta i Cullen, i quali scoprono che una loro vecchia conoscenza sta reclutando vampiri neonati per attaccare Fork.
La saga di Twilight sembra non avere limiti, e dopo il successo dei primi due capitoli al cinema, Twilight e New Moon, i vampiri di Stephenie Meyer ritornano più luminosi che mai nel penultimo capitolo di una saga che sta facendo strage di cuori tra le fila degli adolescenti. Sono passati 2 anni da quando l’autrice ha pubblicato l’ultimo libro della saga, Breaking Dawn, ma sembra che non ci sia stato un arresto da parte del pubblico che continua ad avanzare inesorabile, assetato della storia d’amore di Bella ed Edward.
La sua novella teen-horror-drama, al grande schermo sta riscuotendo un successo di pubblico senza pari, oltrepassando quello dei libri. Cos’è che ha determinato un successo del genere? Sicuramente la natura della trama, impregnata di tutte quelle vicende adolescenziali che al pubblico giovanile (e non) interessano particolarmente e grazie anche a una fila di prodotti televisivi di genere che lo hanno abituato a intrecci amorosi straordinari (Dawson’s Creek, The O.C., Gossip Girl) e a storie d’amore ibridate con l’action e l’horror (Buffy, anche se è riduttivo descrivere questa serie tv in questi termini). Questo tipo di narrazione assicura un certo grado di immedesimazione: le tematiche sono semplici e molto facili da comprendere; le dinamiche emotive vengono raccontate senza complicazioni o artifici, ed infine, ha la capacità di raggiungere il cuore dello spettatore appassionato per via dell’elementarità dei sentimenti raccontati. La natura del teen drama e di Twilight, si può descrivere se si parla quindi di “romanzo di formazione sentimentale”, dove l’evoluzione dei personaggi, semplici caratterialmente e superficiali nelle loro azioni, è direttamente collegata ai legami emotivi che si istaurano tra di loro, e che portano a conseguenze importanti nella loro vita. La saga di Twilight vanta tutto questo, assicurando una fruizione godibile e raggiungibile da tutti.
Al di là di questo, il successo della saga si deve ricondurre soprattutto al cast, affascinante e carismatico agli occhi dello spettatore appassionato che non aspetta altro che vedere la storia d’amore travagliata tra Bella ed Edward. La scelta di far impersonare i due amanti da Kristen Stewart e Robert Pattinson è stata una mossa che ha reso i due attori, per il pubblico giovanile, delle icone dell’immaginario televisivo/cinematografico; la forza della saga, quindi, risiede proprio in questo elemento, dove si concentrano tutte le mosse di merchandising al fine di promuovere il volto dei due personaggi.
Eclipse, quindi non ha avuto bisogno di molta pubblicità, poiché i fan e il pubblico fedele sono rimasti in trepidante attesa, e perché ormai la saga di Twilight si è imposta nel mercato come un titolo che non ha bisogno di presentazioni. La caratteristica interessante di questo film è che la sua cifra stilistica non va ricondotta al regista – che in questo terzo capitolo è David Slade – diventata, ormai, una figura opaca e di transizione per il pubblico interessato solo alla storia e ai personaggi. In effetti, sembra di trovarsi di fronte a una serie televisiva, dove le puntate di una stagione non sono dirette dallo stesso regista o dall’ideatore della serie, bensì da una moltitudine di autori che prestano la loro mano per dirigere un episodio. Così accade solitamente con le saghe cinematografiche, in particolare con Twilight. Questo dimostra come l’autorialità del film non sia interessante agli occhi dello spettatore “tipo” di Twilight, che volge l’attenzione allo schermo solo per vedere come prosegue la trama. La cecità che caratterizza questo tipo di pubblico facilità il compito del regista, e la sceneggiatura può essere scritta e diretta con molta più facilità. Il risultato è un prodotto ambiguo, impacciato, alle volte ridicolo e attaccabile da ogni parte: dalla costruzione dei personaggi alla loro evoluzione,  sino all’inutilità delle scene action presenti principalmente verso la fine della narrazione.
In attesa dell’ultimo capitolo, che sarà diviso in due parti, si deve sottolineare come Stephanie Meyer abbia creato un fenomeno di massa di proporzioni gigantesche, affiancandosi a quel tipo di produzione letterario/cinematografica che sta caratterizzando il nuovo millennio, come ad esempio Harry Potter. La critica sterile e soggettiva verso un film come Eclipse, che non eccelle di bellezza cinematografica, diventa fine a se stessa se non si comprendono le dinamiche del pubblico.

Riccardo Rudi

Remember me

24 marzo 2010

RECENSIONE
titolo originale: Remember me
regia: Allen Coulter
cast: Robert Pattinson, Emilie de Ravin, Chris Cooper, Lena Olin, Tate Ellington, Ruby Jerins, Pierce Brosnan
genere: Drammatico
paese: USA
anno: 2010
distribuzione: Eagle Pictures
uscita: 26/03/ 2010
6

La rabbia giovane di chi ha i pugni in tasca e l’anima ferita: tutto questo è Remember me, dove un bicchiere di ira può essere addolcito solo attraverso pulsioni di amore venerante. Tyler Hawkins investe i propri giorni dell’odio e dell’abbandono covando un sordo rimpianto verso il fratello Michael, morto suicida il giorno del suo ventiduesimo compleanno. A ciò si aggiunga pure un astio implacabile verso un padre imperturbabile, magnificamente interpretato da Pierce Brosnan. Il disadattamento e il tormento interiore di questo giovane Holden dei nostri giorni, sono raccontati con massima intensità, essendo peraltro delimitati in modo altrettanto chiaro e speculare dall’entrata in scena del personaggio di Ally Craig. Ally è una piccola donna a metà, con il cuore in gola ogni volta che ripensa alla madre uccisa anni or sono in metro, sotto i suoi occhi, da due teppistelli di periferia. Anche per lei, un’energia instabile metterà a dura prova il rapporto con il possessivo padre poliziotto. È difficile imporre un nome alla sua crescente presa di coscienza senza identificarla con quella sorta di vibrazione speciale che non somiglia a nient’altro se non all’amore, l’amore verso il disadattato Tyler.
Programmaticamente, il regista Allen Coulter, coadiuvato dagli sceneggiatore Will Fetters e Jenny Lumet, postula un discorso individuale relativo al problema dell’identità, sintonizzandosi sulle frequenze di un determinato tipo di cinema che utilizza forme e figure tratte dal più classico dei mélo hollywoodiani. Purtroppo, proprio per questo motivo, la pellicola non sopravvive di fronte alla perplessità dello spettatore di trovarsi faccia a faccia con il risultato mediocre di una serie di pressioni esercitate da molti altri film del passato. Per alterare un poco la tristezza e il furore di vivere frammisti allo spleen melanconico, l’autore sceglie di ricorrere all’umorismo di Aidan, l’estroverso amico di Tyler sempre in vena di battute sarcastiche. Per fortuna! Altrimenti, il proliferare e il montare della mestizia generale potrebbero davvero esacerbare gli animi.
Il divo di Twilight Robert Pattinson, palesa la sua irresistibile vocazione per ruoli di romantici nati e, sebbene sembrino occuparsi di lui solo le piccole fans del vampiro Edward Cullen, il suo talento meriterebbe maggiore attenzione. Malgrado lo script sia coerentemente dispiegato allo scopo di farlo assomigliare a un nuovo James Dean, Pattinson concede alla macchina da presa di sondare quanto c’è di più insondabile nella sua anima. Nello specifico, l’attrazione fatale che lega il protagonista a Emilie de Ravin, la biondina del serial tv Lost, rispetta in pieno qualsiasi paradigma di credibilità.
Il fatto che l’azione sia ambientata nella città di New York nell’anno di grazia 2001 può sembrare un caso curioso, mentre esemplifica un momento di forte densità semantica e un luogo depositario di un senso particolare. Eppure, proprio questa proprietà sbandierata a ridosso del finale risolve la questione in termini molto gratuiti.

Maria Cristina Caponi