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Come l’acqua per gli elefanti

5 Maggio 2011

RECENSIONE
titolo originale: Water for elephants
regia: Francis Lawrence
cast: Robert Pattinson, Christoph Waltz, Reese Witherspoon, James Frain, Hal Holbrook, Paul Schneider, Tim Guinee, Dan Lauria, Ken Foree
genere:Drammatico
paese: U.S.A.
anno: 2011
durata: 120′
distribuzione: 20th Century Fox
uscita: 06/05/2011
8

Robert Pattinson, il vampiro Edward nella saga Twilight, dà una limata ai suoi denti affilati e un tono di colore al cereo viso con cui lo abbiamo conosciuto, per vestire i panni di Jacob: un giovane ragazzo ad un passo dalla laurea in veterinaria. Prima cresciuto nella bambagia, poi sbandato e smarrito a seguito di un’improvvisa tragedia familiare, Jacob lascia tutto e tutti per mettersi in un viaggio senza meta. Sale casualmente su un treno (“Sono stato io a prendere il treno o è stato lui a prendere me?”) che poi scopre essere il convoglio che trasporta il Benzini Bros. Circus e dal quale non scenderà più.
Un viaggio fatale che avrà come destinazione l’incontro con Marlena, intrappolata in un matrimonio complesso e difficile, con la quale vivrà una storia d’amore e un destino che nessuno dei due avrebbe mai immaginato.
Lei (il Premio Oscar Reese Whiterspoon di Come lo sai?, del thriller Rendition e delle commedie romantiche Se solo fosse vero, La rivincita delle bionde e Una bionda in carriera), è una donna cauta e chiusa verso il mondo esterno, ex orfana che lavorava come sarta in un negozio di abbigliamento e che baratta una vita di povertà in cambio di un’affascinante promessa di celebrità, divenendo la principale attrazione di un circo in declino nonché moglie del direttore e proprietario dello stesso.
Lui, invece, dopo un apprendistato circense che inizia dal gradino più basso, si conquista la stima dell’autorevole e carismatico direttore August (Christoph Waltz, il colonnello nazista, Premio Oscar, di Bastardi senza gloria) il quale, venuto a sapere dei suoi studi universitari, lo promuove ad occuparsi delle cure mediche degli animali.
Attratto dalla splendente bellezza della moglie, pian piano Jacob riuscirà a fare breccia in quel muro di riservatezza che il giovane si trova di fronte fino a diventare quella rivelazione che, in un ambiente come il circo, Marlena non si sarebbe mai aspettata (grazie anche alla star assoluta del tendone, l’elefantessa Rosie, emarginata dal cast di un circo in disgrazia, che finirà per fare da catalizzatore tra il giovane Jacob e l’avvenente Marlena).
Epico racconto di un amore contrastato in un luogo magico colmo di avventura, meraviglia e grandi pericoli, la pellicola trae spunto da un bestseller rimasto per parecchio tempo in vetta alle classifiche statunitensi, pubblicato nel 2006 da Sara Gruen e che si è risolto, fin da subito, in un grande successo.
Riuscendo a pieno titolo nell’intento di trasmettere un’idea molto romantica di ciò che era la vita circense degli anni trenta (nonostante i ritmi, in alcuni punti, possano apparire un po’ rarefatti e la storia d’amore non particolarmente infuocata o animata) il film si risolve in vicenda d’amore e di speranza, di redenzione e di seconde opportunità ma, soprattutto, di conquista di una felicità tanto desiderata.
Bravo nell’adattare, per il grande schermo, questa storia, consapevole dei rischi che un romanzo di 400 pagine comporta quando si vuole trasporre una vicenda e un cast di personaggi tanto amati, pur reinventando un po’ il background di Marlena e August, lo sceneggiatore rimane abbastanza fedele alle ambientazioni naturali.
La fotografia, meticolosamente attenta ai vari dettagli visivi e i costumi, che risaltano il contrasto tra il luccicante mondo del circo e quello, appena fuori, dell’America della Grande Depressione, si sommano a soluzioni tecniche adottate che fanno sì che Come l’acqua per gli elefanti si discosti parecchio dalla classica immagine di circo a cui le pellicole che furono ci hanno abituato, pur dandoci la sensazione di quel tuffo nel passato che ci lasciava, da bambini, strabiliati e a bocca aperta davanti agli spettacoli sotto il magico tendone.
Un plauso, dunque, al regista Francis Lawrence che riesce a mettere in scena un gran bel film (a poca distanza dal suo debutto nei lungometraggi con Constantine e con il fortunato film catastrofico Io sono leggenda) offrendoci sul piatto una magica serata di storia d’amore, di desideri esauditi, di riscatto, di magia e di bellezza.
Quell’amore smisurato con cui ognuno di noi si rapporta agli altri nelle sue svariate manifestazioni. Che sia tra uomini e donne, in famiglia, tra esseri umani o animali, si tratta sempre di amore per la vita.

Piergiorgio Ravasio