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Vallanzasca – Gli angeli del male

24 gennaio 2011

RECENSIONE
titolo originale: Vallanzasca – Gli angeli del male
regia: Michele Placido
cast: Paz Vega, Kim Rossi Stuart, Filippo Timi, Moritz Bleibtreu, Valeria Solarino, Francesco Scianna
genere: Drammatico
paese: Italia
anno: 2010
distribuzione: 20th Century Fox
uscita: 21/01/2011
7

 

Quando Dio ti concede un dono, ti consegna anche una frusta; e questa è predisposta unicamente per l’autoflagellazione”.
Con questo incipit di Truman Capote inizia l’ultima fatica di un regista di talento come Michele Placido (noto per il suo impegno sociale da sempre onorato), presentata in anteprima mondiale Fuori Concorso lo scorso settembre al Festival di Venezia.
Progetto che, sfiorando ferite ancora aperte e difficilmente sanabili (polemiche varie hanno preceduto e seguito la prima del film, accusato, dalle associazioni dei familiari delle vittime, di voler esaltare un delinquente) ha registrato un grande clamore mediatico, il film riflette il clima degli anni ’70 con quell’atmosfera tipicamente milanese necessaria per l’autenticità del racconto.
Grazie ad una ricostruzione storica fedele ai fatti e molto studiata nei dettagli (quattro le revisioni di sceneggiatura), la pellicola riesce a delineare per bene il personaggio: i suoi sacri principi ai quali non vuole per nulla sottrarsi (fedeltà alla famiglia e agli amici), le sue origini nella periferia milanese, la tragica dipartita del fratello, i primi furti compiuti in paese con gli amici, per poi arrivare alla delinquenza vera e propria (quella delle rapine, degli omicidi, dei sequestri di persona, delle varie fughe ed evasioni e degli ergastoli collezionati).
A prestare il volto al “criminale in bilico tra normalità e devianza, tra bene e male, dove finisce per scegliere, deliberatamente, il secondo”, ci pensa uno dei migliori attori di casa nostra: il bel Kim Rossi Stuart di “Senza pelle”, “I giardini dell’Eden”, “Anche libero va bene”, “Piano, Solo”, la cui carriera, alternata tra cinema, TV e teatro, ha saputo trasformarlo in quello straordinario interprete che rende il suo personaggio sublime e difficile, affascinante, ironico e divertente (“Posso sfilare la sedia da sotto il sedere al Papa mentre dice la messa in San Pietro”), dall’indiscussa personalità (“Io non sono uno cattivo . Ho solo il lato oscuro un po’ più pronunciato”) che cattura lo spettatore per le intere due ore di proiezione.
Grazie ad un montaggio adrenalinico e di formidabile impatto, con molta azione e con un ritmo crescente che emoziona e coinvolge, la rappresentazione di questo uomo e di un’epoca ben precisa della nostra storia, diventa occasione per quel maledetto “viaggio sotterraneo nel disordine mentale e nella dannazione; un viaggio che va fino in fondo a storie disperate, scendendo negli abissi del male”, portato all’esaltazione dalla bellezza e dalla potenza delle immagini, da una straordinaria fotografia, dalla dolorosità degli eventi e dalla bravura degli attori di contorno (su cui spicca il Filippo Timi di “Saturno contro” e “Come Dio comanda”, nel ruolo di Enzo, l’amico d’infanzia di Vallanzasca).
Un plauso, infine, va tributato anche alla rimarchevole colonna sonora che porta la firma dei Negramaro (un legame, il loro con il cinema, già sperimentato nel 2008 con il film “Manuale d’amore 2”) che li impone ulteriormente all’attenzione del pubblico grazie ai loro brani molto orecchiabili e appositamente composti per commentare le vicende di un torbido personaggio che ha, comunque, rappresentato un’epoca.

Piergiorgio Ravasio

Venezia 67 – Diario giorno 6

7 settembre 2010

DIARIO del FESTIVAL

La settimana della Mostra del cinema inizia tra le polemiche causate dal film realizzato dal regista Michele Placido dedicato al personaggio del criminale Renato Vallanzasca.
Un lungometraggio che ha scatenato le reazioni dei parenti delle vittime di Vallanzasca e di diverse figure pubbliche. Placido ha respinto in conferenza stampa tutte le accuse in modo deciso, spiegando le sue motivazioni e la visione che voleva dare alla storia: non una celebrazione, ma una semplice descrizione dei fatti che hanno segnato la vita di un ladro reso personaggio anche a causa dell’attenzione dei mezzi di comunicazione dell’epoca. Il film vede protagonista un acclamato Kim Rossi Stuart (impeccabile nella sua interpretazione di un personaggio al limite che ha contribuito a costruire in fase di scrittura della sceneggiatura) e un cast di alto livello che comprende anche Filippo Timi e Paz Vega che hanno contribuito alla buona riuscita del film che, come spiegato dal regista , è stato prodotto dalla 20th Fox dopo i rifiuti di altre case di produzione come Medusa e RaiCinema.
Il clamore suscitato da Vallanzasca – Gli angeli del male ha fatto passare in secondo piano l’interessante ed irriverente progetto del regista Casey Affleck con protagonista il cognato Joaquin Phoenix: I’m still here. Un “documentario” che mostra il dietro le quinte degli ultimi due anni di Joaquin e il suo annunciato progetto di realizzare un cd hip hop e ritirarsi dal mondo del cinema. Phoenix era a Venezia in splendida forma, anche se non si è presentato alla conferenza stampa ed alla proiezione ufficiale, probabilmente per mantenere i dubbi sulla natura del film (realtà o finzione?), ma I’m still here si rivela una cruda critica e satira del mondo dello spettacolo e del dietro le quinte della vita delle celebrities.
Presentati in concorso il film di Jerzy Skolimoski Essential killing, un intenso racconto di una fuga sostenuto dall’ottima interpretazione dell’attore Vincent Gallo, e il film a sorpresa The ditch del regista Wang Bing, un ritratto del dramma dei cinesi condannati ai lavori forzati negli anni cinquanta.
Per la sezione delle Giornate degli autori è da segnalare il ritorno alla regia del premio Oscar Danis Tanovic (No man’s land) con Cirkus Columbia che conferma il talento narrativo del regista nel portare sullo schermo la storia di un paese dilaniato dalla guerra attraverso le storie personali degli abitanti e dei loro drammi quotidiani.

Beatrice Pagan