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Solomon Kane

19 luglio 2010

RECENSIONE
titolo originale: Solomon Kane
regia: Michael J. Bassett
cast: James Purefoy, Max Von Sydow, Rachel Hurd-Wood, Pete Postlethwaite
genere: Fantasy / Azione / Avventura / Horror
paese: Francia, Repubblica Ceca, Gran Bretagna
anno: 2009
distribuzione: Eagle Pictures
uscita: 14/07/2010
7

Solomon Kane è un’avventura fantastica ed epica, piena di azione, tratta dal personaggio dei racconti e delle poesie dello scrittore americano Robert Howard (scrittore con una visione limitata e intensa della vita; sanguinosa, cupa, fatalista, alimentata da tendenze depressive e suicide e segnata dallo studio delle guerre mondiali, dalla filosofia e dalla poesia. Basti sapere che Brown, nel 1936, si suicidò sparandosi un colpo in testa dopo aver vegliato fino all’ultimo la madre sul letto di morte).
Il personaggio più famoso di questo scrittore (che ci ha lasciato, comunque, almeno 800 opere tra racconti, poesie e romanzi oggetto di lungometraggi, serie televisive, fumetti, giochi e merchandising vari) è Conan il barbaro, diventato famoso negli anni ’30 con una serie di racconti e romanzi, nonché trasposto successivamente sugli schermi negli anni ’80 con le fattezze dell’ormai governatore Arnold Schwarzenegger).
Dopo Conan arriva Solomon: il pirata avventuriero, saccheggiatore, pieno di tatuaggi, cicatrici e ferite da battaglia, abile a destreggiarsi con le spade e che diventa pellegrino passando per il mezzo di un’esperienza puritana. Eroe che tramuta il male in bene, fermamente convinto del proprio ruolo e determinato in tutto ciò che si prefigge.
L’incontro con la Morte, venuta a prendere la sua anima, lo porterà a giurare davanti a Dio che non sarà mai più un uomo cattivo.
Bandito dal monastero dove aveva trovato rifugio, Solomon si imbarca per un viaggio arduo attraverso un paesaggio inglese devastato dai perfidi Raiders di Overlord. Attaccato dai banditi della foresta, il nostro eroe verrà soccorso da una famiglia di puritani in fuga dal loro paese. Purtroppo situazioni varie lo costringeranno a riabbracciare i suoi violenti trascorsi.
Michael J. Bassett, al suo terzo lavoro per il grande schermo dopo l’horror ambientato nelle trincee della prima guerra mondiale Deathwatch e la scioccante pellicola sulla sopravvivenza Wilderness, accostando comparse degne di nota (Max Von Sydow nel ruolo del padre di Solomon) e inserendo creature strane in un racconto classico, ci regala una storia d’avventura feroce, fantasy, dove il mix omogeneo di azione e fantasy, in perfetto stile dark, ci offre una versione fantastica dell’Inghilterra del 16esimo secolo, corredata di demoni, saprofagi, creature volanti e streghe cattive. Nel contempo ci regala anche un protagonista (già apprezzato in Resident Evil) molto cattivo ed esperto nell’uccidere persone, vestito di cappello e mantello e sempre provvisto di due spade in mano, alle prese con un viaggio trasformatore che lo porterà, da screanzato pirata assassino e vendicatore puritano, ad una forma di redenzione passando per  quell’eterna battaglia volta a combattere il male in nome di Dio, pentendosi per ogni colpo di spada inflitto durante il proprio cammino.
Girato nell’arco di 12 settimane tra Repubblica Ceca e Regno Unito, illuminando i nostri occhi con location uniche in quanto a paesaggi, cave, foreste antiche e castelli medievali, ispirandosi ai maestri fiamminghi per permeare il film di una visione senza tempo, la pellicola fantasy (piena di elementi sovrannaturali, di stregonerie, di trucchi e di effetti speciali che ben riescono nel loro intento di inserire creature strane in un racconto classico) ci offre un risultato comunque più che positivo, nonostante la trama non spicchi di originalità.
Merito, soprattutto, di quegli effetti speciali che, esaltando ora una galleria di specchi, con strane creature organiche, attraverso le quali si accede ad un’altra dimensione, ora una coinvolgente scena di una crocefissione al rione del mercato, ci preparano a quel buon intrattenimento profetico dove gli accenni biblici di una possibile (spirituale) redenzione si affiancano a quelli di un demone in procinto di divenire angelo.
Insomma: buone scene di azione dove il personaggio sa ben calarsi nei panni dell’eroe leggendario, tenebroso e serio; ricercati costumi che danno un quadro ideale dell’Inghilterra del tempo, mista ad un tocco di fantasia; fotografia che riesce ad esaltare un paesaggio cupo, gelido e medievale.
Immaginando il film, come pare nelle intenzioni dei produttori, già nell’ottica di una possibile trilogia, grazie ad un personaggio “viaggiatore” in perenne ricerca di conflitti da dirimere (e per il quale 90 minuti di film certamente non bastano), aspettiamoci nuove peripezie nei prossimi anni.
Se Dio gli ha donato una serie di attributi per aiutare i diseredati, avremo di che allietarci in un prossimo futuro. Ciò che conta è come si usa il proprio dono ricevuto in dote: l’importante è farlo bene. E Solomon Kane sembra aver capito la lezione.

Piergiorgio Ravasio