RECENSIONE
titolo originale: Tangled
regia: Nathan Greno, Byron Howard
cast: Laura Chiatti, Giampaolo Morelli (versione italiana)
genere: animazione
paese: USA
anno: 2010
distribuzione: Walt Disney
uscita: 26/11/2010
Un po’ family melodrama, un po’ woman’s film per le bambine di oggi e le donne di domani, Rapunzel-L’intreccio della Torre di Nathan Greno e Byron Howard ha il sapore perduto della Grande Disney che non disdegna di concedersi al moderno 3D, tramite la supervisione di John Lasseter (il papà di Toy Story). La major di Topolino, Pippo e Paperino tocca un punto incontrovertibile, slittando una favola dei fratelli Grimm come Raperonzolo sull’asse freudiano del vecchio, caro legame edipico. Il rapporto figlia/madre è un modello di composizione altamente conflittuale, in quanto la giovane protagonista deve reprimere la propria soggettività di fronte ai condizionamenti impartiti dall’autorità genitoriale. Poi Rapunzel riesce finalmente a diventare padrona della propria vita, ma solo nel momento esatto in cui scappa dalla solitudine della propria stanza posta all’interno di una torre invalicabile. Una volta sottrattasi dal dominio psicologico della matrigna Ghotel che l’ha sempre trattata alla stregua di un brutto anatroccolo, la ragazza dalla chioma dorata diventa il centro di ogni luogo pubblico incontrato sul suo camino. Rapunzel riesce pertanto ad acquistare una propria autostima personale e inizia ad ascoltare la voce femminile che è in lei, innamorandosi – ricambiata – di un uomo energico e al contempo volitivo. Così, la fanciulla scopre la propria indipendenza, senza dover necessariamente dire addio alla dolcezza che la contraddistingue; mentre, il ladruncolo Flynn Rider riesce a confessare il trauma di un’infanzia privata dal corpo materno e paterno. Insieme i due futuri amanti intraprendono un viaggio sia letterale sia metaforico in una landa sperduta alla volta delle lanterne colorate, che si librano in cielo ogni anno il giorno del compleanno della ragazza.
A tratti, sembra che la figura materna emerga come una sorta di enigma, anche se sin da subito lo spettatore ha preso atto della volontà che muove le sue azioni. Tuttavia, è inevitabile chiedersi se le dinamiche psichiche di Ghotel siano solo quelle concernenti il possesso di Rapunzel in quanto soddisfacimento dell’anormale desiderio di giovinezza o se ci sia in ballo anche qualcosa di più, tipo un perverso ed esclusivo legame d’affetto. D’altronde, quest’anomala antagonista permette al pubblico di riflettere sulla risoluzione fantasmatica della bellezza immortale da lei ottenuta tramite un potere magico, equivalente alle meraviglie – altrettanto soprannaturali – dei bisturi medici nella nostra società dell’immagine.
Rapunzel-L’intreccio della Torre sarà il vostro film di Natale con una chicca in più: il doppiaggio italiano è affidato a Giampaolo Morelli alias ispettor Coliandro e alla bella Laura Chiatti, le cui doti canore sono note già dai tempi della fiction televisiva dedicata a Rino Gaetano.
Maria Cristina Caponi