Posts Tagged ‘Seth Rogen’

Zack e Miri – Amore a primo sesso

4 giugno 2011

RECENSIONE
titolo originale: Zack e Miri make a porno
regia: Kevin Smith
cast: Seth Rogen, Elizabeth Banks, Traci Lords, Jason Mewes, Katie Morgan, Ricky Mabe
genere: Commedia
paese: USA
anno: 2008
durata: 101
distribuzione: M2 Pictures
uscita: 01/07/2011

7

Amici di vecchia data, Zack e Miri condividono un piccolo apartamento a Pittsburgh. Corpulento ed erotomane lui, goffamente graziosa lei, entrambi squattrinatissimi e alle prese con montagne di bollette da pagare, dopo averle tentate tutte pur di sbarcare il lunario, decidono di giocarsi un’ultima carta: quella del porno amatoriale. Così, trovata la location e messo insieme uno sgangherato staff, i due si preparano al primo ciak, tra rocamboleschi incidenti e inattesi imprevisti.

A cinque anni di distanza da 40 anni vergine, l’interprete di punta del cinema americano più irriverente Seth Rogen ritrova la compagna di avventure Elizabeth Banks  in questa nuova, divertente commedia diretta, scritta e montata dal regista di Clerks Kevin Smith, che li vede al fianco – tra gli altri – dell’ex star dell’hard Traci Lords e del fido Jason Mewes, l’indimenticato Jay, partner di Silent Bob.

Volgarissimo, sboccato, spesso politicamente scorretto, Zack e Miri, amore…a primo sesso! Si dipana a tutti gli effetti, e per restare sul tema, secondo gli alti e bassi di uno di quei rapporti sessuali agognati da tempo all’insegna delle migliori aspettative. E se la partenza è di quelle col botto al gusto di Viagra, in un susseguirsi sincopato ed esilarante di turpiloquio, spassose citazioni, gag scatologiche e trovate irresistibili, basta il primo cenno di svolta sentimentale per far retrocedere e ammosciare il tutto, come in una sorta di coitus – suo malgrado- interruptus, riconducendolo con furbetteria vagamente ipocrita, entro un binario più rassicurantemente prevedibile.

Certo, Smith è ben lontano dai Farrelly, ma quegli amanti di un certo humor sfacciato e senza compromessi che non riusciranno a far meno di chiedersi cosa ne sarebbe stato dello stesso soggetto nelle mani degli autori di Tutti pazzi per Mary, troveranno ciononostante sicuro appagamento in sequenze memorabili e già in odor di cult: su tutte la scelta del titolo e il reclutamento del cast, con tutto il suo assortimento di personaggi bizzarri e improbabili.

Consigliatissimo a tutti coloro che si sono sempre chiesti cosa fosse un Timone Olandese, ma non hanno mai osato chiedere.

 Caterina Gangemi

The Green Hornet

27 gennaio 2011

Recensione
titolo originale: The Green Hornet
regia: Michel Gondry
cast: Seth Rogen, Jay Chou, Cameron Diaz, Christoph Waltz, Edward Furlong, Edward James Olmos, Tom Wilkinson, David Harbour
genere: Azione
paese: Usa
anno: 2011
distribuzione: Sony Pictures
uscita: 28/01/ 2011
6

 

Nel 1936 sulle frequenze WXYZ della radio locale di Detroit, il popolo statunitense prova per la prima volta il desiderio di essere un supereroe. Simile vocazione a un sogno tanto impudente non è però veicolata dal principio greco del kaloska’gathòs (l’eroe bello e buono), che aderisce come una seconda calzamaglia a quel fustacchione di Superman. Incredibile ma vero, la mitologia classica di oltre oceano parte con uno yuppie irresponsabile dal poco blasonato stemma a forma di calabrone verde. Oggi, dopo aver impazzato nei programmi radiotelevisivi statunitensi di alcune decadi fa, il pungiglione della famosa vespa è stato acquisito dal comico ventinovenne Seth Rogen. A condividere la stessa ansia per la giustizia di Britt Reid/Green Hornet è il laborioso meccanico Kato, interpretato dalla giovane star taiwanese Jay Chou (nel 1966 lo stesso ruolo era toccato nientepopodimento che a Bruce Lee!). Poi, al pari del fedele maggiordomo Alfred Pennyworth di Batman, la sexy segretaria quasi privata Lenore Case (Cameron Diaz) è un valido sostegno per le gesta eroiche dei prodi combattenti metropolitani. Tuttavia, non basta la presenza di questa pupa biondo platano per dare un po’ di pepe a un qualche risvolto carnale dalla geometria triangolare. L’onore di maneggiare tutto l’armamentario del perfetto villain spetta, invece, a un gigionesco Christoph Waltz, già entrato nell’Olimpo dei cattivoni hollywoodiani grazie al personaggio del perfido colonnello Hans Landa in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino.
Guardando The Green Hornet, la domanda è d’obbligo. È davvero Michel Gondry oppure no? Ma, certo che è lui. Almeno sulla carta, visto che il nome del regista di Se mi lasci ti cancello compare nei credits del film. Però, si ha come la sensazione che, sebbene la firma in calce a The Green Hornet sia effettivamente la sua, qualcun altro lo abbia aiutato a impugnare la penna con cui Gondry ha firmato la resa incondizionata nei confronti del nuovo, ingombrante blockbuster americano. E inoltre: perché la soluzione artigianale degli effetti speciali già vista all’opera ne L’arte del sogno e Be Kind Rewind-Gli acchiappafilm è passata in un batter d’occhio dall’essere cifra stilistica del filmaker francese a mero inventariato di quattro trucchi a casaccio, tanto da essere rimpiazzato dal ben più moderno 3D?
La popolarità ottenuta a prezzo della propria prostituzione intellettuale comincia così a far perdere colpi e smalto a uno degli autori più originali dell’ultimo decennio. Triste a dirlo, eppure qualsiasi difesa a favore dell’ex enfant prodigeGondry non è altro che un atto nemico della verità. Si spera, almeno, che il regista non voglia nuovamente lucrare sulla plenaria indulgenza dimostrata questa volta dai suoi fedeli ammiratori, accettando di dirigere un possibile sequel sul giustiziere calabrone. L’unica consolazione è delegata ai vari Thor, Green Lantern, X-Men, Spiderman, etc. ovvero i paladini della Marvel e Dc che – tra brevissimo – invaderanno le sale cinematografiche. Non c’è che l’imbarazzo della scelta…

Maria Cristina Caponi